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Attualità mercoledì 02 settembre 2015 ore 12:08

Ecco come pescare nei limiti e divertirsi

Yuri Tiberto spiega come pescare nel modo giusto senza impoverire l'ecosistema marino elbano e senza incorrere nei divieti di legge



CAMPO NELL'ELBA — In largo anticipo rispetto al tradizionale appuntamento di settembre, e con grande gioia dei tanti appassionati di pesca a traina dell'Isola, sono arrivati sottocosta tantissimi pesci pelagici: Lampughe, Sgombri, Ricciòle.

Prede combattive, di grande soddisfazione sportiva e gastronomica, sono predatori voracissimi, che aumentano di dimensione con rapidità incredibile. Il caldo intenso di questa estate ha poi influito sui cicli vitali di questi pesci, aumentandone l'attività e anticipando considerevolmente l'accrescimento, tanto che si trovano facilmente Lampughe ben sopra il Kg, taglia solitamente tipica della fine di settembre.

Occorre però ricordare che anche la pesca ricreativa ha delle regole precise: etiche, innanzitutto, perché chi vuole definirsi "sportivo" non può andare contro il più elementare buonsenso ecologico. E poi ci sono le leggi: pochissimo conosciute, purtroppo, ma non per questo meno severe.

Intanto, il limite massimo giornaliero per persona - 5 Kg complessivi o un solo pesce di dimensioni maggiori - che credo sia un quantitativo più che sufficiente a soddisfare tanto il divertimento quanto una capiente griglia.

Poi ci sono le misure minime: di legge, e, come detto etico/morali. Vediamo quindi come comportarsi al momento della cattura, e quando provvedere all'immediato rilascio della preda.

La prima regola etica di cui vorrei parlare riguarda le piccole Ricciòle, note da noi anche come Lecce o Limoncini. Anche se le leggi non prevedono particolari limitazioni, e detto che di queste specie andrebbero trattenuti solo esemplari adulti, sarebbe bene rilasciare almeno quelli sotto ai 300g, e possibilmente
limitarsi a trattenere solo il necessario per la cena. Andare a oltranza è un delitto. Sono pesci che in breve tempo raggiungono dimensioni importanti, e ogni Ricciòlina rilasciata oggi potrà diventare la preda da 20 Kg di domani.

E discorso simile va fatto anche per i Dentici, che seppure non troppo frequentemente, possono abboccare anche a traine di superficie: a mio parere, il mezzo chilo è davvero il peso minimo sotto al quale si commette infanticidio e imporsi limiti anche superiori sarebbe decisamente
consigliabile.

Tutt'altro discorso per le Lampughe. Sono voraci, stagionalmente abbondanti, e non hanno di fatto misura minima (7 cm). Difficilmente, quest'anno ne troverete al di sotto dei 300g, la classica taglia "da porzione", eticamente corretta.
Praticamente sempre "in regola" anche Sgombri e Lanzardi - all'Elba conosciuti come "Cavalli" - (18 cm), Sugarelli (15 cm), Palamite (25 cm) e Tombarelli, pescabili con la misura di base (7 cm).

Ma ecco il problema: tutti i "Tonnetti" sono molto simili. E quello che sembra un banale Tombarello potrebbe essere un Alletterato (30 cm) ma ancor più probabilmente un giovanissimo Tonno rosso.

Inutile spiegare l'assurdità - eticamente parlando - di trattenere un pesce neonato in grado di superare i 300 Kg che per di più ha una misura minima di 30 Kg, è attualmente in periodo di divieto di pesca ed è considerato a forte rischio di scomparire per sempre dai nostri mari ....

Impariamo quindi a riconoscerlo, non è poi così difficile.

Primo controllo: quasi sempre, il piccolo Tonno rosso presenterà delle striature verticali ben visibili. A quel punto, un rapido sguardo alle pinne dorsali può dare la conferma: se sono molto ravvicinate, praticamente contigue, è il momento di slamarlo delicatamente e subito rigettarlo in mare.

Sarà un bel contributo alla salvaguardia del nostro mare, e oltretutto eviteremo anche di andare incontro a multe salatissime: anche a fine stagione, i controlli della Capitaneria sono - giustamente - molto attenti e frequenti.


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