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Attualità mercoledì 21 giugno 2017 ore 15:17

Il nido tra gli ombrelloni sorvegliato speciale

Il nido di tartaruga a Marina di Campo è stato protetto sin da subito. Legambiente dà le linee guida per i gestori delle spiagge e fruitori



CAMPO NELL'ELBA — Dopo l’eccezionale scoperta della nidificazione di una tartaruga marina Caretta caretta sulla frequentatissima spiaggia di Marina di Campo, il sito di deposizione più a nord conosciuto nel Mediterraneo, Legambiente ha rilanciato la sua “Carta della gestione consapevole delle spiagge - gestire i litorali ospitando le Tartarughe marine”, che è già stata sottoscritta da diverse amministrazioni comunali e stabilimenti balneari.

Il caso di Marina di Campo, però, è ancor più particolare dal momento che la tartaruga marina ha nidificato nel bel mezzo di stabilimenti balneari e in un arenile in gran parte “artificializzato”, ma che evidentemente mantiene ancora elementi di naturalità che possono attrarre le femmine.

Se la Tartaruga di Marina di Campo fosse, come speriamo, l’avanguardia di una colonizzazione dell’Arcipelago Toscano, le raccomandazioni della carta della gestione consapevole delle spiagge potrebbero servire da indicazioni per altre spiagge che non hanno una così elevata fruizione turistica, ma che presentano caratteristiche valide per la nidificazione delle tartarughe.

Tra le raccomandazioni per aiutare questi animali e favorire la loro riproduzione rientrano la cura e la tutela dell'ambiente marino-costiero, lasciando come si trova tutto ciò che è stato messo lì dalla natura (specie animali e vegetali autoctone, tronchi, alghe spiaggiate, ecc.), non immettere nell’ecosistema nulla che non vi era compreso (specie invasive alloctone, sostanze chimiche, rifiuti, inquinanti, ecc.) e non alterare la forma dell’arenile.

La presenza di un nido di tartaruga marina può essere individuato attraverso le onde lasciate dall'animale. Se si effettua la pulizia meccanica della spiaggia si possono danneggiare i nidi non segnalati. Altre accortezze sono consigliate ai gestori di strutture turistiche che dovrebbero riservare molta sensibilità a questo fenomeno naturale proteggendo il nido di giorno e di notte, evitando eventi esterni che potrebbero danneggiare la nidificazione, il nido, la schiusa e il percorso verso il mare dei nuovi nati.


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