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Politica martedì 28 giugno 2016 ore 10:31

Barriere ittiche, c'è chi dice no

Una lettera aperta di Yuri Tiberto pone l'attenzione sul progetto di ittiturismo di Marina di Campo, una barriera artificiale da mezzo milione



CAMPO NELL'ELBA — "Illustrissimo sig. sindaco,

leggendo la determina dell'area tecnica inerente il progetto esecutivo "Vivere il mare", volto alla posa in opera di una imponente barriera artificiale a circa 150 mt di distanza dall'arenile di Marina di Campo, per un costo complessivo di 525.000 euro, non posso, come cittadino e come modesto autodidatta in tematiche ambientali e relative alla biologia marina, esimermi dal porle qualche domanda. 

Premesso che la qualità dei moduli della ditta Tecnoreef non è messa in discussione, e premesso altresì che in determinate situazioni l'utilità di simili barriere è comprovata, le chiedo: E' a conoscenza del fatto che la spiaggia di Marina di Campo è soggetta a forte erosione con imponenti spostamenti di sedimenti? 

E' consapevole che un'istallazione di barriere fisse potrebbe comportare sostanziali modifiche nel movimento delle correnti marine? Pertanto: ha provveduto ad incaricare un tecnico qualificato (ingegnere idraulico, ad esempio) in modo da assicurarsi che tale istallazione non provochi ulteriori sconvolgimenti alla spiaggia, con potenziali gravi conseguenze ambientali ed economiche? 

Il golfo di Campo non è il litorale di Riccione. E' consapevole che le spiagge sabbiose, all'Elba di dimensioni relativamente modeste, separate fra loro da scogliere rocciose di varia natura e conformazione, spesso contigue ad imponenti praterie di Posidonia oceanica, rappresentano, proprio in quanto tali, un particolarissimo ed esclusivo habitat per specie animali non adattabili ad altri ambienti? 

E' quindi consapevole che inserire in modo artificiale elementi totalmente estranei quali le sue barriere non solo andrebbe a modificare in maniera sostanziale la stabilità ecologica della zona, togliendo spazio vitale alle specie esistenti , come le stelle marine del genere Astropcten, i Pesci pettine (Xyrichtys novacula), i Rombi di rena (Bothus podas) e altre decine fra pesci e invertebrati, ma introdurrebbe o faciliterebbe inevitabilmente l'insediamento di specie estranee, compresi voracissimi predatori quali i Gronghi (Conger conger), con effetti potenzialmente devastanti e sconvolgimenti difficilmente prevedibili? 

Si rende conto che invece di difendere l'esistente biodiversità, quasi certamente si andrebbe a comprometterla? In buona sostanza: il golfo di Campo ha già le sue brave scogliere naturali. Ha già una delle più importanti nursery dell'isola, sempre naturale: il golfo di Galenzana. Dove, se volessimo fare qualcosa di sensato, potremmo magari pensare a posizionare delle boe fisse, evitando l'ancoraggio selvaggio sulla Posidonia.

Posizionare, come fatto altrove, una scogliera artificiale su un fondale di 20 metri o a due miglia dalla costa, è una cosa. Posizionare a 3/4 metri di profondità una sorta di trappola per topi, in piena zona di balneazione, con, non solo la possibilità, ma l'assoluta certezza che qualche bambino con maschera e boccaglio ci si infili per giocare, io la certezza che non possano succedere incidenti non l'avrei. Lei è assolutamente tranquillo?

La domanda è semplice: ma lei, sig. sindaco, ha letto quello che c'è scritto? Si può approvare un progetto che parte da basi del tutto inesistenti? E' a conoscenza del fatto che praticamente tutte le premesse scientifiche sono un semplice esercizio di copia-incolla tratte da analogo progetto del 2014, relativo al Comune di Avola, in Sicilia? E che ovviamente non sono assimilabili al nostro specifico caso? 

Sempre a proposito di copia-incolla. Affidare la redazione di un simile progetto a un tecnico della stessa ditta costruttrice è comprensibile finché si tratta di illustrare le parti tecniche. A partire però dal punto 2.3 (pag. 94), aspetti ambientali dell'area di intervento - biocenosi costiera, le chiedo: non sarebbe stato il caso di affidare l'incarico a un biologo marino indipendente? 

Non per altro: solo per aver un quadro della situazione reale. Come ho già detto, anche questo testo prodotto è sostanzialmente un banale copia-incolla, con la sola accortezza di variare leggermente la composizione della sabbia, di quanto possiamo leggere sull'equivalente documento riguardante il Comune di Avola.

E' quindi del tutto presumibile che non sia stato fatto nessun tipo di studio in loco: e ovviamente, il copia- incolla porta a errori più o meno macroscopici nella descrizione dei luoghi, nell'elenco delle specie ittiche indicate come rappresentative e dominanti: l'unica corretta è la Mormora (Lithognathus mormyrus) e a  frasi certamente ad effetto, ma totalmente prive di senso.

Quando poi un pesce, peraltro del tutto accidentale nel golfo di Campo, come la Gallinella (Chelidonichthys lucerna) viene chiamata Cappone, beh, vuol dire non essersi neanche presi la briga di chiedere info a qualcuno del posto. C'è quantomeno da preoccuparsi, oltre che da augurarsi che questa ricerca  scientifica non comporti esborsi per l'amministrazione. Credendo che le mie perplessità abbiano un certo fondamento, la ringrazio in anticipo per l'attenzione che vorrà concedermi". 


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